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Categoria: Personaggi Pattesi
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Andrea Luigi Giardina nacque a Patti il 28 novembre 1875 da Giuseppe, ufficiale forestale e Caterina Rao. A Cefalù paese natale della madre, trascorse la sua infanzia, a Palermo seguì gli studi tecnici che integrò, curando da solo la sua preparazione umanistica, con lo studio del latino e del greco, che lo indusse poi a frequentare con passione anche ai corsi della facoltà di Lettere. Ma la sua grande passione erano le scienze naturali, conseguì la laurea in Scienze Biologiche a Palermo il 30 luglio 1897.

Naturalista nato e sensibile al fascino delle meravigliose armonie del creato si dedicò agli studi anatomici su vari gruppi di animali marini prima a Palermo e poi alla Stazione Zoologica di Napoli. Il 22 settembre 1904 sposò Emma De Corradi; il 25 gennaio 1906 salì alla Cattedra di anatomia e fisiologia comparata dell’università di Pavia. Ritornò in Sicilia il 9 settembre del 1915 per sostituire il suo maestro, il Raffaele, nell’università di Palermo per poi raggiungerlo a Roma il 1° gennaio 1926 alla facoltà di scienze dell’università. Così Raffaele e Giardina si ritrovarono alle due cattedre affini di zoologia e anatomia comparata. Purtroppo la recrudescenza di una nefrosi sorta al clima umido di Pavia lo indusse a tornare al sole della sua isola; così il 15 ottobre dello stesso anno ritornò a Palermo. Si impegno molto anche in campo politico infatti nel 1919 aveva aderito al Partito Popolare Italiano, fondato da don Sturzo, proclamando pubblicamente tale adesione in una conferenza tenuta al teatro Massimo. Fu autore di numerose pubblicazioni negli ambiti della biologia, dell’embriologia, istologia e citologia. Scoprì l’anello cromatico che porta il suo nome; inoltre risolse per via matematica e geometrica il problema della forma di un corpo tridimensionale a diametri correlativi, dando ad ogni dimensione un suo indice (indice Giardina) in rapporto alle altre due dimensioni. Andrea Giardina morì in Palermo il 21 gennaio 1948, ma di lui a Patti non rimane niente, né l’intitolazione di una strada e neanche il ricordo di un uomo tanto grande.